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era dispari il cimento, altrettanto stimandolo maraviglioso, sollevando i pensieri della tomba a’ trofei non più smaniava di notte in veglia sulle vedove piume. Anzi talora si aggirava sdegnato ne’ silenzj notturni maledicendo la violenza di Sparta: or ne’ volumi delle storie ammirava solingo le imprese di coloro, i quali aveano opposto l’intrepido petto a’ tiranni. E quando alla vampa del sole impallidiva la sua lucerna, egli chiudendo i volumi favellava altero, e co’ suoi, e nelle adunanze, già deliberato a darsi in preda a bellica fortuna. Agarista dolente si studiava con materne esortazioni rattenerlo. Panfilo gli proponea continuamente la consolazione della filosofia, e la dolcezza delle muse. Egli usava talvolta intrattenersi col suo alunno negli orti del palagio, deliziosi per gli ornamenti de’ simulacri di fontane, e di piante, che con grata ombra invitavano a sedervi in placidi ragionamenti. Avvenne che in tale diporto si offerisse loro una fonte com-