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fauste». Volea proseguire ma l’affanno gli chiuse le fauci. Agarista con sospiri tergeva gli occhi, e continuava gli amorevoli conforti. Gli astanti rispettavano in silenzio l’ambascia della venerevole lor donna.

Testoride intanto, di non altro pasciuto che del suo dolore meditava solingo come onorare la memoria della perduta figliuola. Prima di consegnarla al talamo ne avea serbata la immagine scolpita da artefice valente, per vederla di continuo nelle sue stanze. Ora gli divenne cagione di tristezza, alla cui vista gli si ottenebravano gli sguardi. E però la trasmise al monumento fra quelle degli antenati, disposte nel portico ond’era circondato quell’edifizio. Vi fu incisa nella base la funesta avventura di sua morte con flebili sentenze. Erostrato non meno sommerso nel dolore inconsolabile, trapassava i giorni per lui tenebrosi visitando que’ luoghi, ne’ quali aveva conversato con la de-