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ricordanze mostravano quanto le ossa ivi chiuse fossero desiderose di eterna fama. In avello nuovo fu deposta la fanciulla al mesto canto di morte. Le sue ancelle spargeano fiori sovr’esso, e rammentavano lagrimando la sua bellezza, i dolci suoi costumi, l’amabil voce, la sua pietà verso gli Dei, e quanto le era stato funesto il giorno nuziale. La moltitudine concorsa invocava in preci sommesse gli Dei sotterranei ad accogliere pietosi quello spirito, e gli concedessero quella pace nell’Eliso, la quale gli aveano negata in questa vita gli abitatori del cielo. Si chiusero per fine le porte, e fu disciolta l’adunanza.
Mentre si compievano questi riti, Agarista insufficiente a confortare se stessa, era costretta a frenare gl’impeti del figliuolo. Il quale poichè lungamente quasi marmoreo simulacro di se, immobile, muto avea gli occhi dimessi, trapassando alle smanie percuoteva il petto, e i fianchi, oltraggiava le belle chiome, squar-