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trista sollecitudine. Speravano che i prudenti nocchieri avrebbero aspettata la calma, pur temevano anco che non fossero partiti per la impazienza degli sposi. Per la quale perplessità contemplavano i flutti burrascosi finchè splendeva il giorno; quando poi il velo della notte si distese su quelli, l’uno vegliava dolente ragionando co’ suoi della temuta sciagura, e l’altra gemendo con le ancelle sue ardeva incensi a’ Penati supplicandoli a rattenere il tridente scotitore di Nettuno. Volevano pur entrambi sciogliere incontanente molte navi per diversi lidi, ma ricusava ogni nocchiere di solcare onde così feroci. Elle però incominciarono a placarsi quando il sole usciva dal grembo loro. Ben venti navigli salparono incontanente in traccia, uno de’ quali trapassando la spiaggia di Imbro si avvide, che in quella taluni con disperati movimenti delle braccia imploravano soccorso. Vi approdarono pertanto, e riconob-