Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
CAPITOLO VI.
Volubilità della Fortuna.
Era omai giunta la nave alla metà del suo tragitto. L’orizzonte fino allora sereno incominciò ad ingombrarsi da caligine improvvisa. Ella in breve si condensava in nubi tetre, e Borea fremeva in quelle. Già gorgogliavano i flutti da lontano, e i turbini sdegnati avvicinavano la tempesta alla nave, e già l’impeto loro oltraggiava le vele. L’esperto comito guardava con occhi sospettosi la imminente procella, la quale in breve tanto crebbe che l’aere tutta divenne tenebrosa. Sparve ogni lido, gonfiò il vento l’onda: raccolte le vele, fu la nave abbandonata alla fortuna. Oh Teti lusinghiera quando con ridente volto induci a solcarti il grembo insidioso. Ecco monti e abissi d’acque: sorge, e si avvalla con essi la nave: ogni sua scossa