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l’anello pegno di eterna fede, mentre già il toro mugghiava con la fronte sommessa alla bipenne, la quale scese in quel punto e la vittima giacque. Risuonò il tempio d’inni alla Dea supplicandola accettare l’olocausto, ed i sagrificatori lo divisero co’ riti consueti. Compiuti i quali fu sollecita la coppia amorosa di salpare, congetturando la tenera impazienza dei genitori. Gli isolani accomiatavano i naviganti con felici augurj, ed invocavano agli sposi benigno il mare. Intanto sciolte le vele fu spinta la nave dal lido, sul quale pur con cenni confermavano quelle genti pietose i loro voti benigni. L’aura settentrionale movea propizia: il sereno del cielo facea specchio al mare, sembrava che gli Dei celesti, e marini sorridessero all’avventuroso imenéo. Sorridea pur Glicistoma, e co’ lucenti occhi mirava l’aspetto così placido degli elementi. Erostrato fiso nel volto di lei dimenticava il cielo, il mare, e se stesso.