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sero salvi da Babilonia alla patria. Sette anni di poi era egli con Agesilao Re di Sparta quando sconfisse i Tebani nella pianura di Coronea, ed altrettanti ne trascorsero a quando fu fatta la pace ignominiosa fra Persiani ed i Greci con la mediazione dello Spartano Antalcide. Già pieno di cicatrici, e di età passava Testoride in quel ricovero di estremi anni in cure familiari. Scesa da lungo tempo la consorte alla tomba, gli avea lasciata una consolante immagine di se nella figliuola nominata Glicistoma. Ella giunta allora al sedicesimo anno, bellissima nella persona, ed ornata di leggiadri costumi, custodita dalle ancelle trapassava i suoi giorni oltre i lavori muliebri più delicati, nel canto, e nelle instruzioni delle migliori discipline. Venne pertanto Glicistoma al tempio di Teti. Era quel giorno turbato il mare e percuoteva sdegnato i scogli che lo respingevano. In alto con libero furore gonfiava gli orgogliosi flutti, fra’ quali appariva agitarsi non