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lungi dominava sopra un promontorio un tempio a Teti. Il simulacro di quella stava nel mezzo dell’edifizio. Quasi pur allora uscisse da conca marina, era vestita della sola sua bellezza. Declinava molle il prezioso volto da un lato: le palpebre socchiuse rendeano languidi gli occhi; incurvava il grembo ritrosa; la manca piegava al seno: la destra si porgeva ad accogliere benigna i voti e gl’incensi. Sembrava prossimo il labbro a favellare. Oh mirabil dono del cielo l’arte di Fidia, e di Policleto! Per te congetturiamo la immagine de’ Numi, e serbiamo quella degli Eroi!

A dieci tratti d’arco di questo soggiorno di Agarista era altro non men delizioso di un provetto guerriero. Testoride nella sua giovinezza Chiliarco sotto Senofonte, era partecipe di quell’esperimento memorabile di disciplina, quando dieci mila Greci perseguitati da un milione di Persiani, per lo spazio di mille e cinquecento miglia si ricondus-