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Già in Lemno egli avea perizia di quest’arte, e perciò divenuto in breve consapevole della indole de’ corsieri, il susseguente giorno si presentò con gli altri all’aringo. Trenta bighe aspettavano il segno: i destrieri invocavano co’ nitriti il suono della tromba motrice. Ella suonò, si lanciarono le bighe veloci quanto il pensiero. Le avvolse un nembo di polvere, che il vento, quasi sollecito di rendere visibili i casi della fortuna, sgombrò da esse. Ecco già ruote uscite degli assi pur continuano volgersi per l’impeto ricevuto: in esse inciampando le bighe seguaci ne cadono prostrati i corsieri: accanto a’ quali trapassando altro emulo trascende sovr’essi, e con violento inciampo è rovesciato. Corsieri sciolti imperversano: ruine di bighe infrante sono sparse nella vasta arena; condottieri errano in quella gettati dal seggio. Or avresti detto ch’ella fosse deserta perocchè tutta ingombra di silenzio, or che tutta la Grecia vi fosse adunata.