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vano non avere altro emulo che Apollo. A costui veggiamo eretta la statua non solo in Olimpia, ma in Delfo, e in Corinto, perchè egualmente ammirato in quelle celebrità. Erostrato comprese bensì tutta la maestria di tanto rivale, ma non disperò di se medesimo. Anzi gli sembrò aprirsi nuova imitazione di concenti, onde ampliare il suo stile. E però si disponea a nuovo cimento, non senza speranza di corona, il susseguente giorno. Ma avvenne che Neoclito di Argo, il quale era ivi giunto per correre con la biga ricevesse improvviso messaggio della morte del padre; e però tralasciando que’ cimenti, deliberò partire, vendere la biga, e il giogo de’ suoi destrieri. Questi erano Tessali, celebrati per molte vittorie, ma impazienti di freno, il quale conveniva destramente moderare. Erostrato per tale occasione bramoso di quella palma a tutte superiore comperò la biga, e subitamente per li campi volteggiando ne divenne esperto condottiere.