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suo institutore. Imperocchè egli considerava il suo alunno, quasi non più adolescente, affatto alieno dalla consueta esultanza, leggerezza, da garrimenti proprj di quel tempo. Scopriva pure in lui una mente nuova e mostruosa. Perchè talvolta la memoria agevolmente rammentava i suoi acquisti, e ne facea pur agevolmente de’ nuovi: talvolta parea coperta da un velo. E parimenti con la medesima vicenda lo intelletto ora aperto ad ogni disciplina, or chiuso, mostrava quasi due contrarj nella medesima persona.

Costumava la gioventù di Lemno esercitarsi nelle principali celebrità dell’anno nella lotta, nel corso, nel disco, ne’ salti, nella musica, nelle declamazioni, e prepararsi a concorrere alle palme de’ giuochi Olimpici. In queste gare assiduo il giovanetto avea quell’indole che non s’intiepidiva in lui la brama di vincere per esser stato vinto, ma vie più si confermava nel suo proponimento. Quindi ne avveniva che incominciasse a non essere