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perare i condiscepoli suoi. Quindi nello scoccar frecce, nel trar d’aste, nel cavalcare, nella lotta, al corso, al disco, alla caccia aspirava sempre a’ primi onori, ed era mesto di non conseguirli. Parimenti nella disciplina letteraria egli procurava di avere pronti alla memoria i luoghi più illustri de’ poeti, degli storici, e degli oratori; si accendeva di nobil fierezza al suono della tromba di Omero, e leggendo i fatti delle nazioni nello stile soave e aperto di Erodoto, lo giudicava felice perchè nella adunanza olimpica da tutta la Grecia acclamato. In questa guisa incominciava egli a sentire virilmente: e quanto era stato il suo volto inalterabile da prima, siccome indifferente agli oggetti della età sua, tanto ora esprimeva i nuovi e forti moti dell’animo, e negli occhi ardenti, e nello aggrottare delle ciglia, e nella severità delle labbra. Le quali dimostrazioni d’indole straordinaria quanto recavano diletto a’ suoi ospiti, altrettanto sembravano sospette a Panfilo