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Taluni impallidivano a quella sacrilega eloquenza, altri in ogni istante aspettavano a fronte china i fulmini vendicatori. Quand’ecco si scosse il simulacro di Diana eretto in quell’aula: sdegnata parve a molti scoccare: altri sentì il rombo dell’arco, il fischio del dardo, il muoversi della faretra sull’omero. Tremò insieme la terra in guisa che traballarono i seggi del magistrato, e ondeggiò la calca spettatrice. Cadde in quel punto stesso a terra spento il reo, il quale già verso la fine del suo discorso, incominciava quasi impedito nella lingua a balbutire. Si confusero smarriti i giudici con gli uditori, e tutti si prostravano alla Dea. Cessò il tremuoto, e ricomposti gli animi, in quella morte repentina riconosceano la vendetta divina, il terrore della quale in sacra nebbia avvolgendo l’intelletto della moltitudine, produsse e conservò la fama di quel portento. Nè alcuni, i quali presenti al caso opinarono essere quello un ef-