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trista risoluzione, lanciandosegli incontro con disperate grida gli chiedea il suo Erostrato, lo incolpava di atrocità, di superstizione, d’insania, e chiamava fatale quel giorno in cui gli si era congiunta a generare un figliuolo dal cielo, e dal padre a gara maledetto. Cleante intanto lasciava ch’ella sfogasse il suo cruccio in lamenti. Ma quando fu stanca la sua favella, e diè luogo alla altrui, egli con simulazione, già preparata col servo, le narrò che avea spedito il fanciullo al tempio di Giove in Dodone, e consegnato a que’ sacerdoti, perchè sconosciuto a sè medesimo vi fosse educato nel ministerio di quell’oracolo: diviso dalla patria da lungo tragitto, dedicato a placare il suo fiero destino, potea forse evitarlo, e non sentire desiderio di altra condizione di vita. Lo che udendo ella, incominciò a moderare lo sdegno suo e consolarsi. Erano però entrambi ansiosi del ritorno della nave, e vie più quanto ella indugiava apparire, talchè di continuo volgeano al mare gli