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in una notte l’opera di secoli, una maraviglia del mondo, il santuario delle nazioni, il più splendido culto, il tesoro delle arti, e delle offerte pietose. Ma per me non pianse la vedova sul campo sanguinoso, non strinse la madre al seno palpitante il pargoletto al suono delle mie trombe, non rimboccarono di sangue i fiumi, non sospirarono gli orfani sull’avello del padre: non questi dilacerò il sajo per la morte del figliuolo. Regioni desolate da trionfi marziali non risurgono già più floride in breve, ma rimangono lungamente spettacolo di ammirazione a’ posteri avviliti. Dalle ceneri del vostro tempio risurgerà per lo contrario qual Fenice un altro alla Dea più adorno e più maraviglioso. Le regie de’ grandi per alcuno accidente distrutte rinascono dalla ruina più superbe. La Dea non meno si pregerà di riparare i vani oltraggi miei con manifestare la sua potenza. Fu pur consunto da fortuito incendio alla età de’ nostri avi il tempio di Delfo, e