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cerva. Poichè fu placido l’aere, si avvicinò allo speco, e vide con maraviglia la cerva che pur timida palpitava, ma la ratteneva un bambino, il quale stringendo le sue poppe come le materne avidamente succhiava. Si trasse cautamente in disparte, onde non turbare quell’officio pietoso. Saziato il fanciullo, la cerva nodrice uscì dell’antro. Menalippo raccolse il fanciullo, seco recandolo sollecitamente gl’implorava dagli Dei fausta vita, poichè con tanta provvida cura l’aveano serbata.
Intanto ad Ippodamia in Corinto veggendo la culla vota, la nodrice sconsolata, sparito il fanciullo, di cui niuno dava contezza, sendo Cleante nel foro occupato negli Offizj civili, una oscura angoscia ottenebrò gli occhi. Scompose i crini, le bende, percuoteva il petto, e il grembo ov’era generata prole così infelice, poi tacea immota qual tomba che chiude la morte. Sopravvenne Cleante. Ella già sospettosa che per terrore dei portenti divini si fosse indotto a qualche