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damente a sì fatta risoluzione, e per la tema che il quella gente ivi alla rinfusa constipata più agevolmente sariasi svolta la paventata moría, ed anche perchè s'avvidero che ad appigliarsi a tale partito aveva potentemente concorso l'autorità di alcuni ministri interessati per vile guadagno a togliere dal Lazareto le merci, che là dovevansi spurgare, come provenienti da luoghi infetti, ed a far cessar quindi questa necessaria pratica. Nè i sospetti dei fisici conservatori della sanità tardarono lunga pezza ad avverarsi. I mendicanti colà rinchiusi furono 9715: abitavano da 20 a 30 in ciascuna cameretta, e giacevano i più su la nuda terra, non somministrandosi paglia nè conveniente nè sufficiente; sicchè sia per lo stivamento che per la cattiva qualità del pane, la corruzione dell'acqua, il sucidume, il fetore e la caldura estiva non mai temperata da pioggia, erasi ingenerata una sì funesta diarréa, che alcuni giorni tolse di vite persino 100 di que'meschini; e ai predetti fisici che ogni dì recavansi al Lazareto per sopraintendere alla distribuzione dei cibi e delle medicine occorse più d'una volta di vedere infino a 10 cadaveri per camera. Allorchè poi per le spesse morti que'malarrivati furono ridutti ad un assai scarso numero, onde non perissero tutti, si lasciarono tornare ai loro casolari, ove communicarono il male a molte terre e ville, che quasi come di contagio estinsero molte di quelle1.

A sì grave calamità un'altra e peggiore stava per aggiungersi. Fino dal 1628 serpeggiava la peste bubonica negli Svizzeri e ne'Grigioni, e nell'anno appresso i Francesi la sparsero anche nel Piemonte. Ciò però che maggiormente spaventava i Milanesi era il saperne infetta Lindau, emporio delle merci che di Germania trasportavansi in Italia, e perciò in gran communicazione con Milano, e dove facevan la massa le genti alemanne, che stavano per calare nel bel paese a rinnovarvi la memoria dei Vandali e degli Unni. Tadinoe Settala erano continuamente a

  1. V. Tadino. Ragguaglio dell'origine et giornali successi della gran peste contagiosa, venefica e malefica seguita nella città di Milano e suo Ducato dal 1629 al 1932, ecc. Milano, per Filippo Ghisolfi, 1648, p. 12.