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bracciuoli della sedia; una grande tristezza l’aveva invasa e come un presentimento di sciagura. Tremava per tutte le fibre colla lettera in mano, guardandola. Rilesse due o tre volte l’indirizzo e si assicurò che i suggelli non erano stati toccati; sulla ceralacca rossa si intrecciavano confusamente due iniziali. Il timbro postale recava come data di arrivo il giorno antecedente alla morte di sua madre. Di chi era, ora, quella lettera? Chi aveva il diritto di aprirla?
Un fascino misterioso usciva dalla busta che sembrava un sepolcro, così breve, così fragile, eppure così terrorizzante nel muto pallore della superficie che portava impresso il nome di una morta! Anna la posò leggermente sullo stipo, obbedendo a un confuso sentimento di rispetto e di timore; poi si alzò in piedi guardandosi attorno, quasi chiedendo un consiglio alle vecchie pareti da cui pendevano i ritratti della nonna, del padre e