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Una grande commozione si impossessò di Anna; Antonietta Lamberti era il nome di sua madre. Nella fervente ammirazione del padre suo ella aveva forse soffocato il culto della memoria materna e la sorpresa e lo sbigottimento della scoperta si mescevano a un senso penoso di rimorso. Sua madre! Una figura alta, evanescente; un volto scolorito, un sorriso senza luce, un abito grigio con trine bianche; così la rivedeva, non più di così. Invano cercava ne’ suoi ricordi una parola speciale, un gesto, uno sguardo che ve l’avesse scolpita. Era strano! In quella casa popolata di memorie, dove la nonna riviveva ancora fresca e ridente nel suo gaio temperamento di donna felice, dove l’uomo ammirabile che le era stato padre aveva diffusa tanta parte della sua anima, lei, la madre, era passata come un’ombra senza lasciare traccia.

Anna dovette appoggiarsi un istante ai