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Anna era sola in casa. C’era stato un temporale nella mattina e pioveva ancora un poco lentamente, a fili sottilissimi, quantunque già il sole sforzasse le nubi. Da ogni foglia della glicine pendeva una gocciola; su ogni gocciola batteva un raggio di quel tenne sole e tutta una gamma di gradazioni color lilla e verde danzavano sotto il pergolato nelle faccette luccicanti dell’acqua. Anna vi gettava tratto tratto uno sguardo irresistibile, mentre colle agili mani apriva e chiudeva i cassetti dello stipo, impaziente di terminare. Ed aveva già quasi terminato, quando una resistenza insolita la avverti che qualche cosa di estraneo doveva essersi introdotto nel doppio fondo; allora scosse il mobiluccio con una certa violenza, il fondo si ruppe e balzò fuori una lettera suggellata. Portava l’indirizzo alla signora Antonietta Lamberti; era raccomandata; veniva da Tunisi.