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levato di tasca, si avvicinò al salotto dove Elvira, sotto la lucerna, ripassava i suoi compiti.

— No, no... implorò Flavio che temeva i motteggi di Elvira.

Anna, entrando nel suo pensiero, si fermò allora presso la soglia del salotto dove la luce era sufficiente e dove ella potè vedere il disegno del suo piccolo amico. Le parve meraviglioso di naturalezza e di vita. Consisteva in diversi schizzi fatti a memoria ma con un sentimento della natura così vibrante, così originale, che davano veramente l’impressione della vita. Ella ne fu commossa al punto da non sapere che cosa dire. Mentre ritornava al suo posticino nel folto delle glicini, Flavio la seguì mormorando:

— Non è in collera, vero?...

— Caro, caro Flavio!

Queste parole pronunciate da Anna con uno slancio grandissimo giunsero all’adolescente