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rinunciò a ordinare, per quel giorno, lo stipo della nonna.
Il terrazzo invece, così lieto di verde, la attirava irresistibilmente. Quando il sole lo ebbe lasciato libero vi ritornò, sedendo come già aveva fatto al mattino sul muricciuolo, nel folto delle glicini, prestando la guancia con delizia alla carezza dei grappoli che la lambivano, colle labbra tese verso un bacio ideale di cui smorzavasi il desiderio nella freschezza del fiore; e un’estasi la prese come di visioni che si svolgessero intorno a lei senza toccarla. I suoi ventun anni compiuti le davano una sensazione di maturità dolce, malinconica e morbida anche e quasi velata, che le faceva riguardare con simpatia più intensa le erbe novelle, i novelli fiori sbocciati su quel vecchio terrazzo tanto caro. Mentre coll’occhio seguiva Elvira che girava intorno coll’inaffiatoio ad abbeverare le pianticelle riarse, aveva pur essa la sensazione di attendere nell’ombra la goccia di una rugiada celeste.