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— E bella la glicine quest’anno — disse Elvira.
Anna assentì silenziosamente col capo, lisciandole i capelli, osservando l’orecchio di Elvira dal lobulo grasso e pieno, caldamente rosato nella luce mattinale.
Sedettero entrambe sulla balaustra del terrazzo, in un posto lasciato libero dalla glicine e che Anna preferiva perchè da quel posto si scorgeva l’orizzonte ampio terminato dal muro di un convento lontano, quello stesso che portava dipinta sulla sua nudità monastica una meridiana. Alcune parole stavano scritte intorno alla meridiana, parole che per la grande lontananza non si potevano leggere ma che Anna sapeva e verso le quali i suoi sguardi correvano sempre quasi attirati da un fascino.
— Ho molta lezione da studiare — disse ancora Elvira.
— Sì? Converrà allora guadagnar tempo.