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primo gradino della dignità virile, e chi lo guidava, sorreggendolo, era un dolce viso femmineo, era una voce a lui ben nota per altri soavi ricordi. Solamente la sera prima Anna, in un momento di abbandono pietoso, se lo era stretto contro il seno. Tornavagli in quel punto vivissima la sensazione di tepore e di morbidezza risentita nella carezza fuggevole. Standosene egli un po’ curvo sul libro vedeva Anna, ritta, più alta di lui, sorgere al suo fianco e disegnarsi contro la luce della finestra in una linea elegante di stelo che l’abito di un rosso vivo sembrava bagnare di sangue. Penetrato di un intimo calore, con una baldanza insolita e nova, disse:
— Anch’io voglio fare così.
— Perchè è così che si ama — completò Anna.
Rimasero entrambi ad ascoltare il suono delle loro voci, cadente grave nella camera come se un voto solenne fosse stato pronunciato.