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domanda ch’egli aveva appena posata con grande timidezza.

— Che sciocco! — mormorò Elvira scappando nel corridoio.

Anna non udì precisamente le parole della sorella; guardò il fanciullo e fu colpita dall’espressione disfatta del suo volto.

— Tu volevi vedere la sua camera, nevvero?

Un lampo di riconoscenza per essere stato compreso brillò nello sguardo del fanciullo. Ancora non disse nulla, ma fece qualche passo verso la sua protettrice. Ella gli prese le mani, attirandolo, mormorando con passione:

— Lo amavi dunque molto?

— Oh! — rispose il fanciullo.

Null’altro. Per un istante le loro mani rimasero avvinte. Si guardarono profondamente, disperatamente, in fondo alle pupille. Avrebbero creduto di udir battere i loro cuori!