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ranza, che i vasi dei fiori non erano mai spostati di un millimetro, che la patina del tempo si era distesa sui muri, sulle colonne, sui riccioloni della scala e del terrazzo creando effetti impensati di chiaroscuro, mentre dalla parete a tramontana, vestita al piede di una leggera muffa verdastra, salivano le macchie del salnitro con ramificazioni bizzarre, somiglianti ad antichi graffiti che i secoli avessero un po’ corrosi.
Un largo sprazzo di cielo proteggeva questa perfetta solitudine. Oltre gli orti, oltre i giardini, appena quando gli alberi erano privi di foglie si poteva scorgere l’alto muro di un convento sul quale stava dipinta una meridiana.
Il lutto che era piombato terribile e repentino sulla casa felice ne palliava momentaneamente il giocondo aspetto. La persistenza della nebbia faceva pensare ad un velo che la morte stessa, passando, vi avesse disteso; cor-