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facciata ma da un lato di essa, era sorretta da pilastri piatti di granito che si riunivano alla sommità abbracciando un piccolo scudo dove assai confusamente si intravedevano le traccie di uno stemma. Entrando sotto il breve portico che una pusterla di legno ingraticciata spartiva a metà, erano visibili ed assai bene conservati i dipinti del soffitto a cassettoni, dove il pittore aveva anticipato le chiocciole e gli svolazzi che lo scultore doveva ripetere nelle balaustre della acala diffondendo l’impressione speciale di morbidezza, di tepore, quasi di carezza e di abbraccio che è il grande fascino del barocco puro.

Al di là della pusterla, qualunque richiamo al movimento cittadino cessava. Si pensava involontariamente al numero infinito di conventi che stavano addossati un tempo in quelle contrade, al mistero di tante vite rinchiuse, scomparse per sempre, e guardando il piccolo portico dalle snelle colonnine che