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Le parve che morbide braccia la cingessero cercandole il cuore con una tenerezza immateriale. Ricordava ella mai un abbraccio di sua madre? Così doveva essere l'abbraccio di una madre. Lagrime soavi, ristoratrici, le bagnavano le palpebre. Anna le sentiva, prima calde, raffreddarsi a poco a poco sulle guancie. Una impressione di freschezza la prese pure lentamente alle spalle. Guardò verso il terrazzo; la luna era scomparsa. Varcò la soglia e sull'ultimo lembo di cielo le apparve l'aurora.
In quel momento si udì chiamare per nome. Era Flavio.
— Salva! — esclamò Anna appena lo vide.
Il giovine venne a raggiungerla sul terrazzo, già pallido per la notte insonne, reso più pallido dalla commozione.
— Ha sempre riposato — soggiunse Anna. — È senza febbre. È salva.
Il volto del giovine intanto passava per tutte le gradazioni del color roseo.