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lenzio calmo e solenne delle cose morte, più potente di qualsiasi parola. Il silenzio di suo padre e di sua madre era ancora in quelle pareti, in quei mobili, in quegli specchi che avevano riflesso ogni movimento dei loro volti, in quei ritratti che dei loro volti perpetuavano la linea e l'espressione e che tacevano. Il silenzio era nell'aria, era nella luce, era in quella luna immobile affacciata alla cornice del cielo e muta.
— Parlate! — disse Anna alle tenebre raccolte negli angoli, vanenti nel corridoio, inseguendole per il lungo andito colle braccia tese, sentendole cedere e dileguarsi in una tacita fuga di fantasmi. Il suo passo stesso, il suo leggero passo non destava alcun rumore nella casa che a tutte le angoscie, a tutti i sospiri di Anna sembrava ripetere: «Silenzio!»
E al di là della casa, oltre gli orti, nella massa degli edifici che formavano la gran