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neppure lontanamente si udiva alito di vita. — Padre mio! — disse ancora Anna, come se qualcuno potesse intenderla, movendo verso quel raggio di luna, aspirandolo col cuore dilatato e colle labbra aperte. — Io soccombo! — disse ancora questo, lasciandosi cadere con tutto il corpo sullo scrittoio di suo padre, i gomiti appoggiati innanzi e la testa fra le mani.

Il raggio di luna la accolse, la investì tutta, il bel volto addolorato, le belle membra stanche nell'abito bianco; tutta la persona investì dalla testa al lembo estremo, fluido al pari di una carezza, vivo; ed Anna si pose a singhiozzare dolcemente come se l'esile mano di suo padre le stesse ancora sopra, tenera e scottante nel palmo; come se i suoi occhi buoni la stessero a riguardare e la sua voce uscisse calma e profonda a pronunciare parole gravi vestite di mitezza.

Il terribile male di cui soffriva, che le era