Flavio non esprimeva alcun giudizio, ma i suoi silenzi pieni di angoscia e le lunghe soste al capezzale dell'inferma avvincevano con forza sempre maggiore la sua anima all'anima della vecchia casa ancora una volta piangente. In qual modo non avrebbe egli amata la dimora che racchiudeva tutto il suo mondo, se alla trama dell'amore passato ogni ora aggiungeva un filo di più? se egli non si sentiva vivere che sotto lo sguardo di Anna e nella vicinanza dolcemente turbatrice di Elvira? La malattia della fanciulla scoppiata nel giorno stesso che la commozione del premio lo investiva, preceduta dalle inconscie seduzioni delle loro giovinezze, ammantava di un carattere sacro l'attrazione naturale dei senzi. Egli considerava Elvira come la predestinata, colei che doveva unire per sempre il suo destino al destino dei Lamberti, e curvo sul letto dove ella soffriva, spiava trepidamente le fasi della malattia con una attitudine sicura dove già delineavasi l'idea del possesso.