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profonde, misteriose, le quali finirono di versare nelle vene del giovane la turbatrice ebbrezza del piú capzioso dei liquori.

A un tratto impallidì, aggrappandosi alla parete, coll'occhio che accennava a spegnersi, tutto il corpo preso da un subitaneo languore. Anna e Flavio la sorresse, ma si riebbe subito. Accettò nondimeno il braccio di Flavio per uscire dalle sale.

Giunti a casa fu consigliata di coricarsi, perché si reggeva a stento. Ella non ne volle sapere, assicurando che un po' di riposo in libertà, sul terrazzo, l'avrebbe rimessa completamente. Quando però fu l'ora del pranzo la debolezza era aumentata.

— È il caldo — andava dicendo a chi insisteva perché si mettesse a letto. Intanto le durava negli occhi quella strana fosforescenza e nel fondo delle occhiaie si addensava l'ombra violacea.

Volle prendere il suo posto a tavola, ma