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una ninfa antica. Le sue forme veramente ritraevano la grazia elegante che intorno al Partenone e fra le ceneri dissepolte di Pompei fa rivivere ancora sulla curva delle anfore la bellezza delle figlie di Nereo.

Sottili, fluide, aventi il raro dono della morbidezza nella esilità, le braccia di Anna riposavano alfine. Ella stava assaporando la frescura dei recenti lavacri, immobile e ritta, col pensiero preoccupato della strofa che aveva udito cantare alcuni istanti prima, non ricordandola esattamente, eppure colpita dalla tristezza che accomuna in un solo destino la gioventù e le rose. E si guardava le braccia, sollevandole lentamente fino al viso, al di sopra dei capelli, congiungendole in alto palmo a palmo con un arcano desiderio di amplesso che le fece mormorare sospirando: «Sarebbero pure una nobile coppa per l'amore!»

— Dov'è? Dov'è? — gridò dal corridoio la voce di Flavio.