per metà la camera e i due segmenti svanivano in una penombra dolce d'alcova, dove leggiadri fantasmi si allungavano sulle pareti evocando le scene tenere dell'Orlando Furioso. Questo affresco antichissimo era stato la cagione per cui Anna aveva scelta la camera. Intorno al letto si stendeva il mistero della foresta con una arborescenza frondosa che saliva fin quasi alla vòlta, rotta nel suo verde cupo dalle biancheggianti forme di Angelica seduta accanto a Medoro. Dell'eroico poema l'anonimo illustratore di quelle pareti, nell'origine forse destinate ad una sposa, aveva tratto solamente i motivi gentili, per cui gli amori del pastore e della bella non venivano mai interrotti da guerresche e paurose apparizioni, ma era tutto all'ingiro una dolcezza di vita felice, un rameggiare di arboscelli, una luminosità di cielo pallidamente rosato che lasciava nella camera con parchi, rarissimi mobili arredata, l'incerto fluttuare di una visione.