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in una amaritudine infeconda? Era solamente per sdegnarsi e per adirarsi ch'ella aveva un cuore sensibile e la sua profonda facoltà d'amare non doveva produrre che dell'odio? Invano un sottile sofisma egoistico le mormorava dentro: Odiare ciò che è male, è bene. Non basta! Non basta! Questo grido di protesta sorgeva da tutto il suo essere e la scuoteva non altrimenti che una furibonda bufera fa di un alberello. Ma l'alberello era tenace: torcevasi gemendo e non si spezzava, quasi nemmeno si piegava.
Appoggiata alla sponda del letto, in una muta concentrazione, Anna non si accorgeva dello scorrere del tempo. La sua camera aprivasi sulla via deserta, più che mai deserta in quelle ore meridiane di luglio in cui il sole flagellando i muri penetrava nel chiuso ritiro, smorzato appena attraverso le stecche delle persiane. Da una fessura un po' larga una striscia di luce gialla, entrando, tagliava