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lorosa di quanto aveva temuto; insieme ad una commozione profonda che gli fece salire un gruppo alla gola sentì pure una specie di conforto grandioso, una elevazione del cuore alla immortalità vaga e sognante. Le tre parole anima fiamma pensiero gli rendevano vivo e vero ciò che era stato Gentile Lamberti, gli lasciavano intravedere la possibilità di sopravivere a se stessi in un mondo invisibile dove le anime si sposano fuori d’ogni rito e popolano la terra di tutto quanto palpita sovr’essa nella luce del pensiero.
Abituato alla solitudine e ad una lunga disciplina di vita interna, il fanciullo aveva la preparazione dovuta per ricevere l’impressione augusta del grande mistero. L’uomo di cui si celebrava in quel giorno il funerale era stato, nella sua scolorita esistenza di orfanello, l’apparizione più luminosa. Avvicinandolo egli aveva sempre supposto che fosse differente da gli uni agli altri uomini ed aveva provato il