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tipatia. Anna era veramente troppo aspra, nè il fatto di essere la maggiore glie ne dava alcun diritto. Elvira ebbe per la prima volta l'impressione che nulla la legava a sua sorella. Versò il caffè e glielo porse con alterezza. Improvvisamente Anna si sentì gli occhi pieni di lagrime; volle accostare la tazza alle labbra, ma la depose subito e corse a rifugiarsi nella sua camera.
Quando finirebbe quel martirio? Chi verrebbe in suo aiuto impedendole di diventare volgare? — perché anche questo si aggiungeva alle sue smanie; la paura di decadere. Ad ogni giorno, quasi ad ogni ora, ella vedeva con terrore scemare il livello della propria superiorità. Colla reale sensazione di qualche cosa che scrosciasse intorno a lei, si sentiva mancare sotto il terreno, calare, calare abbasso.... Era ella dunque impari alla lotta? Tutto il suo orgoglio, tutte le sue visioni di altezza dovevano frangersi così miseramente