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sul limitare del terrazzo appoggiando contro i vetri la sua fronte che ardeva.

Elvira, rimasta presso alla tavola, pose a scaldare il bricco per il caffè, disponendo per lei e per la sorella due tazzettine bianche a fregi dorati, non senza essersi prima indugiata a misurare la simmetria dei posti. Le tazzettine, come tutto il resto della casa, erano antiche; Gentile Lamberti le aveva viste fra le inanellate dita di sua madre e raramente si lasciavano in balìa delle persone di servizio: l’oro fino che ne ricopriva gli orli era appena intaccato dalle labbra reverenti che vi attingevano quasi una dolcezza di reliquia ed Anna udiva con una sorda irritazione il leggero tintinuio della porcellana nelle mani di sua sorella.

— Vuoi? — disse Elvira.

Anna si volse, cozi turbata e con uno sguardo così insolitamente duro, che anche Elvira provò il contraccolpo di quella violenta an-