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mavera, nell’aria crudamente azzurra. Flavio abbassò la tenda e ritornò presso ad Anna. Restava tuttavia un interstizio fra la tenda e lo stipite e attraverso quel raggio di luce si vedeva passare e ripassare l’abito chiaro con un movimento cadenzato, molle, dolcemente ritmico.

— Vincerò? — disse Flavio ad un tratto prendendo la manina esangue della sua amica.

— Non ne ho mai dubitato.

— Ma ora, ora?

— Le preme molto di vincere?

— Oh! el — esclamò Flavio ingenuamente. — Mi pare che debba dipendere da ciò la felicità della mia vita.

— La felicità?... — ripetè Anna con un accento incredulo, intanto che una vaga ambascia le attraversava lo sguardo. — La felicità è forse altra cosa, ma la vittoria sarà sua.

Il giovane trasse un lungo respiro che gli