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La freddezza di tale elogio rimase senza eco. Parve che Flavio non lo avesse neppure udito. Fu ancora Elvira che cercando con gli occhi la sorella esclamò:

— Anna, che hai? Come sei pallida!

La commozione impediva ad Anna di formulare nessuna parola. Forse ella pensava, come aveva detto una volta Flavio, che occorresse un aggettivo più complesso, più misterioso, sopratutto più profondo. Che dire quando il sangue sembra congelarsi nelle vene adducendo sulla pelle un brivido di ignoto terrore? No, a nessun patto ella avrebbe pronunciata la comune, la limitata parola, sotto l’impressione che dava l’opera d’arte sfolgorante.

Elvira, indispettita che le sue intenzioni gentili non fossero state meglio accolte, si allontanò di alcuni passi fingendo di rintracciare un suo ricamo attraverso il momentaneo disordine che il quadro aveva occasionato.