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Saliva, il fanciullo, guardando da lontano innanzi a sè chi gli stesse per venire incontro sul sentiero e voltava pure tratto tratto rapidamente il capo per assicurarsi di chi lo seguiva alle spalle. Vestiva un abito grigio troppo corto, un cappello a cencio sotto il quale il viso piccolo e delicato scompariva tutto, e teneva sotto il braccio pochi libri stretti fra due assicelle. Giunto a mezza via si fermò un momento, con una mossa istintiva adombrata di timidità insieme e di fierezza.

Il ginnasio che egli aveva abbandonato fra una lezione e l’altra gli stava dietro a molta distanza e nessun professore si era trovato sulla sua strada. Una visione terrorizzante gli gelò è vero per un istante il sangue nelle vene, poichè aveva scorto, sotto un portone, la schiena obbliqua di un uomo magro e segaligno vestito di nero, ma un secondo sguardo lo rassicurò, per cui riprese la strada ripetendo a se stesso con convincimento: «Non è lui!»