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Un chiaro sole della fine di marzo raggiava sulla vecchia casa traendone effetti di luce inaspettati, bagliori civettuoli di gemma sul capo di donna matura che non ha perduta tutta la sua bellezza: così gli embrici rosseggiavano, asciutti e lucenti, nell’aria fatta trasparente per la grande purezza e, digradando ora chiari ora scuri sul pendio, interrompevano colla nota sorridente della loro fioritura rosata la bianchezza grigiastra dei muri. Il terrazzo, ornato appena di qualche semprevivo e di qualche impaziente tralcio di glicine che incominciava a inturgidire, scopriva per intero l’ampia balaustra barocca dentro a’ cui riccioloni il sole giocava a rimpiatterello, guizzando sui rigonfi lucenti, internandosi nelle avvallature dove la patina di un bruno verdastro riluceva sotto a’ suoi raggi con una marezzatura calda di bronzo