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avesse chiesto, avrei detto subito di sì; ed anche a lui!
I loro occhi si volsero insieme al ritratto di Gentile Lamberti. Flavio continuò:
— Fu in questa cara vecchia casa che nacque veramente, ma fu nelle chiese che maturò la mia vocazione per l’arte. In una piccola chiesa, qui, vicino a noi, ho provato le estasi più squisite.
— Il Monastero Maggiore?
— Appunto. Ha mai osservato lei quel rettangolo di vetro color viola, dietro l’altare? Sì, nevvero? Sopra la finestra per la quale dalla sacristia si confessavano un tempo le monache? È strano come le gradazioni di quel colore in tutte le ore del giorno, in tutte le stagioni dell’anno, io le abbia davanti agli occhi sempre; talvolta tragiche qual macchia sanguigna, talvolta ardenti e cupe, talvolta raggianti di luce mistica, celestiale. È questa l’aureola in cui per molto tempo ondeggiarono tutte le mie visioni d’arte e di amore.