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tera, ed era già la quarta, le scendeva al cuore una grande dolcezza. La vivace riconoscenza del fanciullo che ella aveva protetto e di cui aveva indovinato l’ingegno le schiudeva un orizzonte di sensazioni nuove. Ricordando il giorno in cui era partito tra le furie del signor Pompeo, tra i sarcasmi di Elvira, e tetto quel periodo di lontananza confortato da lettere così soavi, l’impazienza di rivederlo si faceva acuta.

Ripiegò la lettera lentamente e senza accorgersene la sollevò all’altezza della faccia come per provare la morbidezza della carta. Forse, mormorò a fior di labbra, verrà domani.