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istanti credeva di esservi riuscita, un gesto di Elvira, una espressione lontana e straniera la facevano sobbalzare, dandole i morsi di una gelosia quasi selvaggia durante i quali la vista le si intorbidiva di strisce sanguigne.

Guardando fuori nella oscurità del terrazzo Anna, che aveva ancora lasciato cadere l’ago, mormorò quasi suo malgrado:

— Come sono commoventi le tenebre! Mi pare che esse racchiudano i misteri di tutto il mondo.

— Sì — ripetè Elvira — sono commoventi. Ma l’accento parve falso ad Anna che non compì il suo pensiero ad alta voce, provando sempre una grande ripugnanza ad aprirsi con chi non la intendeva. Per lei le parole non avevano senso se non rispondevano ad una intima vibrazione.

Il signor Pompeo che si era appisolato in una poltrona accanto al fuoco sbarrò gli occhi improvvisamente e perchè non si sospettasse che aveva dormito pronunciò con dignità: