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ficio della sua esistenza che crollava, quell’immenso amore di famiglia, quell’orgoglio di appartenere a gente senza macchia, quel sogno alto e benefico dell’onore eretto a tradizione, quell’aureola che da anni, quasi da secoli, raggiava sui Lamberti e di cui ella sentiva con tanto ardore l’obbligo della continuazione. Erano i sentimenti in cui aveva maggiormente creduto, era lo scopo della vita, l’elevazione della felicità — tutto! — e si frangeva, diventava polvere, diventava fango; il nulla saliva dalle solitudini devastate della coscienza a guisa di mostro invisibile di cui solo si udisse, fischiante nel silenzio, l’orribile riso.

Ed era una fanciulla, una semplice ingenua fanciulla che si trovava di fronte a questi crudeli problemi sui quali affaticarono tante intelligenze di filosofi e di moralisti. Ella sentì tutta la sua debolezza, tutta la sua meschinità. Si vide perduta in un paese nemico senza