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Violetta Ebben... l’amo...
Alfredo (corre furente a spalancare la porta, e grida.)
Or tutti a me.
SCENA XIV.
Detti, e Tutti i precedenti, che confusamente ritornano.
Tutti Ne appellaste?... che volete?...
(additando Violetta che abbattuta si appoggia al tavolino)
Alfredo Questa donna conoscete?
Tutti Chi?... Violetta?
Alfredo Che facesse
Non sapete?
Violetta Ah taci.
Alfredo No.
Ogni suo aver tal femmina
Per amor mio sperdea...
Io cieco, vile, misero,
Tutto accettar potea.
Ma è tempo ancora, tergermi
Da tanta macchia bramo...
Qni testimon vi chiamo
Ch’ora pagata io l’ho. (getta con furente sprezzo una borsa ai piè di Violetta che sviene tre le braccia di Flora e del Dottore. In tale momento entra il Padre.)
SCENA XV.
Detti ed il signore Germont ch’entra alle ultime parole.
Tutti Oh infamia orribile
Tu commettesti!...
Un cor sensibile!
Così uccidesti!...
Di donne ignobile
Insultator,
Di qua allontanati
Ne dèsti orror.
Germont Di sprezzo degno se stesso rende (con dignitoso fuoco)
Chi pur nell’ira la donna offende...
Dov’è mio figlio?... più non io redo;
In te più Alfredo — trovar non so.