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se da queste opere si passa a considerare delle pitture gigantesche eseguite colla irruente fantasia e prestezza di mano quali possedettero il Cambiasi, che, dice l'Armenini, lavorava con tutte e due le mani armate di pennello, ed il Tintoretto e Luca Giordano ed il Tiepolo, miracoloso e mai più superato esempio di abilità in questo genere di pittura.

Onde non ostante la vastità degli spazi compresi fra le commettiture che separano ogni ripresa di lavoro una pittura si può ritenere condotta a fresco, come osservava Raffaello Mengs, non decidendo questa circostanza in modo definitivo il processo seguitosi in una pittura murale.

Le condizioni della temperatura portata dalla stagione, lo stato igrometrico dell'aria, l'orientazione e spessore del muro, la qualità delle pietre, la grossezza dell'arricciato e del secondo intonaco e la frequenza delle bagnature col progredire del lavoro, sempre più assottigliando le tinte sino alle più tenui velature, possono permettere di condurre di un sol getto un pezzo di affresco senza abbandonarlo per tre o quattro giorni. Lavoro pieno di rischio da non erigersi a sistema, ma che in casi eccezionali può essere tentato con successo, dipendendo da intuiti che non si possono misurare alla stregua delle attitudini mediocri per l'arte.