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Il ritocco che raramente apporta effetti soddisfacenti e durevoli nei processi che impediscono di compenetrare il ritocco fatto col colore bagnato sul sottostante colore asciutto, come sarebbero appunto l'affresco e la pittura ad olio, trova nell'affresco la sua eccezione per le ragioni che si verrà esponendo, non potendosi accettare in via assoluta il disdegno del Vasari che sembra escluderlo affatto, nè il parere del Cennini il quale vuole che il ritocco a secco faccia parte integrante di questo processo e si debba coprirne tutto il dipinto avvertendo che ogni cosa che lavori in fresco vuole essere tratto a fine e ritoccato in secco a tempera», quasi negando la possibilità di finire cosa alcuna col fresco — ciò che non si può ragionevolmente sostenere.

Il ritocco a secco sull'affresco finito, non assolutamente necessario se l'abilità del frescante è grande, non è per quanto si vide operare dagli antichi quello sconcio così indecoroso come parrebbe risultare dalla esclusione assoluta che se ne impone e da istituzioni artistiche e da committenti particolari.

Le ragioni dell'arte sono superiori ad ogni considerazione quando i riguardi presi pel trionfo dell'arte si possono conciliare colla durabilità dell'opera.

Gli affreschi non si fanno per il puro compiacimento di potervi passare delle spugnature d'acqua e verificare sempre che nessuna parte dei colori vi si scioglie.

Nessuno ardirebbe sottomettere a tale prova tutti gli affreschi antichi e la prima avvertenza nell'assaggio di una pittura murale è di non adoperare solvente alcuno tranne che per quella pericolosa operazione del trasporto su altro fondo di sostegno, perchè allora bisogna sapere se vi siano delle parti solubili coi mezzi necessari al trasporto stesso.

Il ritocco negli affreschi eseguiti in luoghi interni riparati dalle pioggie e dalle grandi umidità è un comple-