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calce, composto che pare strano sia sfuggito al Thénard che fu il primo a scoprire l'acido silicico; ma in ogni modo dal lato pittorico basta sapere che è questa cristallizzazione che trattiene saldamente i colori sull'intonaco di calce proteggendoli colla sua insolubilità all'acqua.

Nell'intonaco per la pittura a fresco si unisce della polvere di marmo, che agevola il fenomeno chimico per la presenza di un corpo contenente del carbonio, e adatto per rendere, secondo l'intenzione di chi ne fa uso, più duro e levigato l'intonaco; però il Cennini del marmo pesto non fa cenno, nè per tale ingrediente si vedono gli affreschi moderni pareggiare il bel smalto degli antichi affreschi condotti col semplice intonaco di due parti di calcina grassa ed una di sabbia.

L'intonaco di calce fresca che fissa i colori in maniera tanto diversa dal modo di adesione dei colori nel dipinto ad olio e negli altri processi di dipingere, induce a qualche riflessione sulla maniera più acconcia di favorire il processo di cristallizzazione che avviene fra la silice e la calce bagnata in un col colore sovrapposto, giacchè se è indubitabile quanto si vide affermare da Raffaello Mengs nelle sue osservazioni sulle pitture pompeiane, che, cioè, l'affresco comporta anche degli strati di colore di certa grossezza, non è meno contrario al principio su cui poggia l'indurimento della calce il frapporre soverchi ostacoli fra la calce e la sabbia; ed i colori che si dispongono sull'intonaco di calce si devono considerare come un vero ostacolo al regolare procedere del fenomeno, perchè lo strato dei colori non può attingere tutto il liquido che gli necessita a sua volta per cristallizzarvisi se non a spese della calce e sabbia sottostante. Quindi se la pratica dimostra che si possono consolidare anche degli strati di colore di certa grossezza, non rimane però meno attendibile che saranno